A Bologna, un ex canapificio ospita il primo Ducati Scrambler Food Factory. Il concept farà il giro del mondo
Sarà perché Bologna ha sempre fatto parte della mia vita, ma l’idea, tutta italiana e profondamente emiliana, di Scrambler Food Factory è un’esperienza che voglio assolutamente condividere. Comincio con il dirvi che l’indirizzo bolognese è il primo di una serie di locali che farà il giro del mondo. Un buon motivo, per ogni globetrotter come me, per farci un salto alla prima occasione. E poi, nella Food Factory di Ducati, c’è tutto l’appeal italiano che internazionalmente riconoscono al nostro Paese. E’ indubbio, spesso non lo condivido, ma è altrettanto vero che non posso fare a meno di amarlo. Ecco perchè vi voglio raccontare della Scrambler Food Factory.
Tradizioni motoristiche e gastronomiche si rinnovano in un vecchio capannone
La Scrambler Ducati Food Factory di Bologna, aperta nemmeno un mese fa, è una evidente citazione alla città, oltre che una celebrazione del brand. Il concept segue la logica del riuso. L’originaria struttura di metà 900 precedentemente ospitava un canapificio, storia che il nuovo progetto ha consapevolmente rispettato, pur mettendoci al centro l’iconica moto degli anni ’70. Entrare nella Ducati Food Factory significa concretamente entrare in un mondo Scrambler.
Tra cemento grigio, linee e tubi gialli che indicano la direzione, murales e corner shop, per la felicità degli Scrambler addicted, il suo spirito è libero proprio come quello di un viaggio on the road. Ad aggiungere stile e personalità a questo mood post-industriale la contaminazione di pezzi vintage, che sembrano voler ricordare di una lunga storia cominciata a Borgo Panigale 90 anni fa. E se le tradizioni motoristiche della MotorValley ispirano il concept architettonico, quelle gastronomiche seducono il food lab.
Crea come me la tua pizza Scrambler
Originalità e carattere non solo nella stile, ma anche nel menù della Scrambler Food Factory. La pizza, ad esempio, sia tonda che alla pala (entrambe preparate con farine biologiche), si può personalizzare aggiungendo fino a 5 ingredienti extra alle proposte che ci sono già sulla tovaglietta. E ne vale assolutamente la pena visto che tutti i prodotti selezionati tra le migliore eccellenze regionali e italiane. In alternativa si può scegliere tra la pasta fresca fatta a mano dalle sfogline bolognesi, la piadina e le insalate.
Così, insieme a una birra artigianale, ho ordinato la mia pizza personale: formaggio blu del Monviso, pere, noci e spinaci freschi. Poi un’amica mi ha proposto di assaggiare uno spicchio della sua piadina con salsa di melanzane, datterini, trevigiano e balsamico. Beh, anche questa proprio niente male…
Non solo food e motori: l’art gallery da non perdere
A esaltare l’atmosfera contemporary-urban del posto, ci ha pensato il writer e artista modenese Mauro Rosselli. Un personaggio incredibile, che alla Scramble Food Factory ho avuto la fortuna di conoscere personalmente. Mi spiega come le immense pareti interne del locale (e presto anche anche la facciata esterna) sono state tele per la sua mano libera e creativa e mi descrive la differenza tra le diverse tecniche che ha utilizzato.
Oltre ai murales, portano la sua firma anche i serbatoi decorati a mano appesi sulla parete di fronte alla porta d’ingresso, che da pezzi di design motoristico diventano vere e proprie opere d’arte. Se volete saperne di più sulla Scrambler Food Factory c’è anche l’App, gratuita, “The taste of Joy”, disponibile sia per iOS che per Android. A questo punto vi ho detto propio tutto e non mi rimane che augurarvi buon viaggio in sella alla Scrambler Food Factory.