A Bellaria c’è un posto unico per mangiare dove tutto profuma di mare: si chiama Libeccio ed è il vecchio circolo dei pescatori di questo piccolo borgo marinaro a pochi km da Rimini
Il Libeccio, in Romagna, dicono sia il vento dei matti, ma la Romagna. si sa, è un luogo fatto a modo suo. Magari noi che siamo nati qua non ci facciamo caso, pur se in fondo, probabilmente, lo sappiamo altrimenti non ne saremmo così profondamente innamorati. Il libeccio mi fa tornare in mente anche un esilarante libro scritto da una mia ex compagna di liceo (che ha fatto più strada di me) che con la stessa satira intelligente che aveva da adolescente ha tentato di spiegare a noi del posto come siamo fatti e come ci vede chi non è cresciuto qua (come lei).
Il mare è un lifestyle: in Romagna si vive così
La nostra bussola è da sempre e sempre il mare, estate o inverno che sia. Anche se oggi come oggi un pò ci piace tirarcela (come si dice in Romagna) in fondo noi la semplicità ce l’abbiamo nel sangue. Dateci un paio di infradito, un fritto di pesce e un tramonto in spiaggia e siamo i più felici del mondo. Anche Lavinia e Manuel , i proprietari di questo locale di Bellaria, sono gente così,. All Libeccio l’amore per il mare, il suo profumo e il suo lifestyle si respirano come una brezza leggera, ma inconfondibile. In tre parole, proprio come piace a me. Ecco perché è tra i miei indirizzi preferiti per mangiare a Rimini e dintorni.
Mangiare nell’ex circolo dei pescatori
All’inizio ho detto che questo è un posto unico ed è proprio così, perché ha una storia affascinante da raccontare. Il Libeccio occupa infatti la vecchia sede della cooperativa locale dei pescatori di Bellaria. La struttura, originaria degli anni ’70, è a tutti gli effetti un pezzo del patrimonio marinaro della Riviera. Di questa sua solida e autentica cultura del mare sussurrano i legni di mare e gli affascinanti cimeli. Lavinia, poi, ci aggiunto del suo. Il mix funziona alla grande!
A tavola ci si può anche innamorare…
Anche se non è più la sede dei marinai tutt’ora è proprio la cooperativa dei pescatori a riforniredel pesce la cucina del Libeccio. Il menù non trascura ricette “storiche”, però, c’è spazio anche a un food-style più attuale, ma sempre sincero. “Il profumo di mare abbiamo deciso di metterlo a tavola – dicono Lavinia e Manuel – perché è intorno a un tavolo che spesso succedono le cose più belle e, a volte, ci si può anche innamorare…”.
L’idea che più mi piace del Libeccio è quella sua voglia di riscoprire la bellezza perduta delle cose semplici e dei sapori con cui sono cresciuta, in compagnia di buoni amici. Del resto, è proprio così che facevano i marinai di Bellaria al rientro dalla pesca: si ritrovano al numero 31 di Via Torre a bere buon vino e giocare a carte, con le mani ruvide ancora piene di sale.
I romagnoli, “Zenta Ad Maer”
Quando l’aria comincia a riscaldarsi, poi, al Libeccio si mangia anche fuori. ll dehor è una delizia ed è perfetto anche per un aperitivo o un drink after dinner. I cocktail non mancano e la buona musica nemmeno. E c’è un’ultima chicca di cui vi voglio dire ed è la meravigliosa poesia in dialetto romagnolo all’ingresso del locale. E’ scritta a mano da un maestro del lettering (anche lui Romagnolo, scoprite chi è) e racconta chi è la gente di mare (perché noi romagnoli siamo zenta ad maer), o almeno quella della Riviera di Rimini, che che ha reso la Romagna il posto che è. Io la amo perché è mio. Sì, verissimo, appena posso preparo il trolley e parto, ma quella è un’altra storia e qui per me è sempre un dolce tornare. La prima cosa che cerco con lo sguardo quando torno è il mare ecco perchè, questa volta, vi lascio una canzone per sognarlo: chi se la ricorda?
Ringrazio Valentina Cirillo che mi ha messo a disposizione alcune delle immagini qui pubblicate