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Arte: Vi Racconto I Segreti Di Haring E Mirò

Keith Haring,  Joan Mirò e l’arte. Visitando le mostre in corso a Milano e Bologna ecco cosa ho compreso su due artisti del ‘900 che amo da sempre. Siete d’accordo con me?

Capaci di lasciare un segno nell’avanguardia europea dell’arte moderna.  Trasgressivi e ribelli. Entrambi innamorati del disegno, mezzo personale per esprimere disagi e sogni. Visitando le due monografiche ho scoperto grandi segreti su questi due artisti così lontani, ma non così tanto come credevo.

mostra d'arte miro
La mostra a Palazzo Albergati (Bologna) allestita fino al 17 settembre

L’arte di Haring e Mirò: scoprirne i segreti

Se vi piace l’arte e siete di quelli che vanno per mostre, al primo weekend di cielo grigio (che tanto purtroppo arriverà) programmate una giornata a Milano o a Bologna. E, se ci riuscite, programmatele entrambe. Le due esposizioni in corso rispettivamente a Palazzo Reale e Palazzo Albergati vanno viste,  perché raccontano di aspetti che, ci scommetterei, non in tanti conosciamo su questi due grandi del ‘900.

quadro d'arte di miro

110 opere raccontano Keith Haring in un percorso parallelo con l’arte che l’ha preceduto (dalla Colonna Traiana fino a Pollock). 130 arrivano direttamente da Maiorca, e sono le opere di Mirò in mostra a Bologna. Magia e sogno sono i due fil rouge che li hanno ispirati per esprimere la loro intimità. Il codice è per entrambi quello dell’anticonformismo, che si tratti di graffiti, in un caso, o di colore, nell’altro. Sperimentazioni e provocazioni sì, ma dense del passato di cui entrambi si sono nutriti per prenderne le distanze e tracciare la direzione del futuro.

Quello che non sapevo su Keith Haring

Nonostante abbia visto diverse mostre d’arte su Keith Haring,  a Milano ho scoperto cose nuove su di lui. A raccontarmele sono state Giulia, Federica e Veronica, che organizzano visite guidate anche a Palazzo Reale. Dietro al loro stile easy friendly, in realtà, c’è molta preparazione e competenza. Se volete saperne di più e magari organizzare un unconventional tour per mostre o per la città, loro si presentano così. Tornando alla mostra, ad esempio, Giulia durante la visita ha raccontato che Haring ha cominciato per gioco nell’underground newyorchese. I suoi inconfondibili disegni li realizzava sfruttando gli spazi vuoti disponibili nelle stazioni della metropolitana.  Pochi minuti e a mano libera. Lo faceva in maniera illegale e clandestina, tanto che in diversi episodi venne arrestato mentre aveva ancora la bomboletta in mano. Scelse la metropolitana anche come lugo da cui iniziare a diffondere in maniera più massiccia quel suo stile così unico e personale.

Keith haring arte moderna
Giulia di Waam Tours durante la visita guidata a Palazzo Reale

Sapevate che Haring fu anche, in pratica, un antesignano del merchandising? Già negli anni ’70  cominciò ad auto produrre pins e tee-shirts decorate con i suoi disegni per regalarle agli utilizzatori della metro e farsi conoscere più in fretta. E c’è un’altra curiosità: è proprio  in Italia, a Pisa, la sua più grande opera mai realizzata.

Cosa non mi avevano detto su Mirò

Anche quello dell’artista surrealista spagnolo è un universo di segni e di simboli. Anche lui riduce tutto a poche linee essenziali. Trasgressivo, contestatario e anticonformista, anche il suo obiettivo era creare un linguaggio diverso. Ma lui lo fece aumentando l’espressività del gesto attraverso grafismi, schizzi e macchie di colore. Tutto ciò non è un caso. Negli anni 50 infatti vince prima premio per la grafica alla Biennale di Venezia, e poi il Guggeneheim International Award per i suoi murales nella sede parigina dell’UNESCO. Fino a che andò a Tokyo per farsi insegnare dai maestri calligrafi  l’arte come rituale. Da allora la scrittura entrò nella sua arte che diventò sempre più gestuale. Lui, però, a differenza di Haring a finire una sua opera ci metteva anche anni.

arte, pittura: mirò
La riproduzione fedele dello studio di Mirò a Palazzo Albergati

Sempre di 900 si tratta anche a Forlì dove sono stata, invece, a vedere la mostra sull’Art Decò. E sul blog vi dò quattro buoni motivi per non farvela scappare, finché siete in tempo.

 

 

 

 

 

 

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