
La Città dei Sassi? E’ unica e inconfondibile ma per scoprirla meglio e conoscerla davvero io ho chiesto ai Materani ed ecco cosa ho imparato
Non è facile districarsi per la Città dei Sassi. Matera assomiglia a un labirinto ed è piena pieno di indirizzi “segreti” per chi non ci abita, ma vale assolutamente la pena scoprirli perchè raccontano storia, tradizioni e cultura di questo posto così unico, inconfondibile e irripetibile. La Matera vera io l’ho scoperta insieme a Silvia che conosce le sue pieghe e la sua gente come le sue tasche. Cosa chiedere di meglio?
La Matera dei Materani
Pur se è stata eletta Capitale della Cultura del 2019, Matera è ancora aspra e riservata. In fondo, il mondo si è accorto di lei all’improvviso, che non si è ancora abituata a stare sotto i riflettori. Dimenticata per anni e anni, ora invece persino il New York Times l’ha consigliata tra le migliori destinazione di viaggio del 2018. Gia dal punto di vista geografico Matera è unica, inerpicata sulla Murgia proprio sul confine tra Basilicata e Puglia. Raggiungerla, in realtà, è facile: Bari è lì di fronte, a 60 km, e sono frequenti i collegamenti in bus sia dalla stazione che dall’aeroporto. E, una volta arrivati in questo posto originale, ci sono almeno cinque cose che non potete assolutamente perdervi perchè non le troverete altrove e i Materani ne vanno profondamente fieri.
La Città dei Sassi, un posto unico da sempre
Quella della Città dei Sassi è una storia davvero lunga e originale. E’ un posto unico già per come è fatto. Abitazioni, hotel, b&b, locali e negozi sono scavati nel tufo, accatastati gli uni sugli altri come piccole cellule di un alveare. Era abitata già nella preistoria, ma poi negli anni ’50 Sasso Barisano e Sasso Caveoso, a causa delle pessime condizioni, sono rimasti deserti. Matera oggi è tirata a lucido, completamente ristrutturata, ma non si è dimenticata di chi è sempre stata.
Il Laboratorio di falegnameria di Massimo Casiello nel Sasso Caveoso, vicino a Palazzo Lanfanchi
Le 5 cose che non puoi perderti a Matera
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I timbri per il pane
E’ stata proprio Silvia a parlarmi dei timbri per il pane, una storia che mi ha subito affascinata, così le ho chiesto di accompagnarmi in un laboratorio artigianale. E lei mi ha portata da Massimo Casiello, un giovane materano che li realizza ancora a mano intagliando il legno come si faceva centinaia d’anni fa. Magari oggi i suoi timbri sono semplicemente decorativi, ma un tempo avevano un’importante funzione pratica in paese e vi spiego perchè. Per lungo tempo a Matera l’impasto del pane si preparava in casa e poi veniva mandato a cuocere nei forni pubblici. Fondamentale, quindi, rendere riconoscibile il proprio filone. Proprio a questo servivano i i timbri, per dire “questo è mio!” Silvia, poi, mi ha raccontato anche un altro pezzo della storia, più romantico: successivamente i timbri con le iniziali di famiglia diventarono pegni d’amore.

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Il pane, le focacce e i dolci tipici al forno storico dei Materani
Anche se il pane è forse meno noto dei sassi, in realtà è una vero patrimonio locale di Matera, oltre che un prodotto IGP, cioè qualcosa di unico che altrove non c’è. In città il forno storico porta il nome di Gennaro Perrone, un materano tra i primi a consegnare il pane fresco tutti i giorni nelle case dei suoi concittadini. Quando nell’800 aprì la sua bottega fece scalpore, perchè allora le persone preparavano l’impasto in casa e lo marchiavano proprio con i timbri che, oggi, sa ancora fare Massimo Casiello. Con il suo pane sincero, piano piano, Gennaro conquistò tuttavia la fiducia di tutto il paese e ora il panificio da lui fondato è un punto di riferimento, o forse dovrei dire un’istituzione, a Matera. Il panificio Perrone lo trovate a 10 minuti a piedi dal centro, in Via Nazionale 52, e sono le figlie Sabrina e Patrizia che, con la mamma, portano avanti la grande eredità di Gennaro.
Una delle sorelle Perrone mentre mi mostra il peperone crusco e altre specialità da comperare a Matera
Tutti pazzi (me compresa) per le specialità di Patrizia e Sabrina
Se ci andate intorno a mezzogiorno preparatevi a fare un bel pò di fila. Le tre donne di casa conoscono tutti e li salutano per nome: la gente del posto, oltre al pane, ci compera soprattutto focacce e dolci. Oppure, al Panificio Gerrone, ci vanno anche per fare una pausa pranzo al volo con vista sui grandi forni di cottura. Anch’io al forno di Gennaro ho comprato un bel pò di specialità lucane da riportare a casa: cartellate e pastarelle, deliziosi dolci tipici che ho visto preparare davanti ai miei occhi, cicerchia, un legume mediterraneo perfetta per le mie zuppe invernali, e foglie, un particolare tipo di pasta di grano duro. Ma poi, prima di andarmene, mi sono lasciata tentare dalla focaccia ai pomodorini e alle cipolle e da un paio di pettule, ancora calde, che ho gustato con una birra lucana.


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I cucù porta fortuna della Città dei Sassi
Non potete dire di essere stati a Matera se non riportate a casa un fischietto a forma di cucù. La bottega dove comprare questo portafortuna caratteristico si chiama Geppetto (Piazza del Sedile). Secondo la tradizione popolare antica locale il cucù era un simbolo di serenità perchè sapeva tenere lontani gli spiriti maligni. Successivamente si cominciò a credere portasse anche fertilità e, quindi, era il miglior regalo da fare per le nozze. Negli anni ’50, infine, diventò un giocattolo per bambini, in assoluto il più desiderato di Matera. Ha la forma, inconfondibile, di una piccola gallina coloratissima, è in argilla, ed è fatto ancora interamente a mano come una volta.
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Brioche e gelato al Caffè Tripoli per sentirsi Materani inside
Tra gli indirizzi da non perdere se siete a Matera anche il Caffè Tripoli (Piazza Vittorio Veneto 17), il bar dove, di giorno, incontrate quelli del posto. Qui i materani fanno colazione con le brioche alla crema e amarena e la tazzina del caffè arriva al tavolo protetta da un piccolo coperchio, un piccolo originale accorgimento per non farlo raffreddare. Avete già fatto colazione in hotel? Il Caffè Tripoli vale lo stesso un passaggio! Prendete un gelato al torroncino: vi rimette in pace con il mondo (grazie Silvia che me lo hai fatto assaggiare!).

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Le sculture di Antonio Paradiso al Parco della Palomba
Matera, dicevamo, è fatta interamente di tufo e questa è la prima caratteristica a renderla unica. A utilizzarlo per ricavarne delle abitazioni avevano iniziato già nella preistoria. Poi le tecniche di estrazione, naturalmente, si sono affinate e proprio le grandi cave naturali presenti nella Murgia hanno reso possibile, nel tempo, lo sviluppo di questa zona. C’è n’è una in particolare, alle porte dii Matera (in località Pantano), dove vale assolutamente andare. Ecco come raggiungerla tramite i servizi pubblici. Attualmente ospita il Parco della Palomba, in pratica un museo en plein air che raccoglie le grandi originalissime installazioni di Antonio Paradiso, scultore locale la cui fama è arrivata lontana ben prima di quella della Città dei Sassi.

Da New York a Matera
Tra le sue opere, però, ce n’è una che è davvero speciale perchè è stata realizzata con i brandelli dell’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre. Si chiama “Ultima cena globalizzata”(nella foto in basso).L’artista ha utilizzato la fiamma ossidrica per forgiare le venti tonnellate d’acciaio giunte via mare dalla Grande Mela. Ditemi voi se non è anche questo qualcosa di davvero unico pur se, sarebbe ancor più bello poter dire, di irripetibile. Non siete d’accordo?
Se state organizzando un viaggio nelle Città dei Sassi (ottima scelta), potrebbero interessarvi anche altri indirizzi: date un’occhiata ai miei consigli di viaggio che includono tips su dove e cosa mangiare a Matera, dove dormire e cosa vedere in centro a Matera.