Il nuovo design? E’ sostenibile e fatto a mano
Il design sta imboccando nuove strade e gli oggetti sono fatti (di nuovo) a mano. E’ una questione innanzitutto di qualità e d’estetica, ma anche di originalità (cioè più stile e più carattere). Sono andata a Bologna a conoscere le artigiane di RiSalto, ve le presento una ad una.
Una manciata di creative ha fondato a Bologna un laboratorio collettivo di design. E’ RiSalto, la bottega del saper fare.
Quando sono arrivata in via Rialto ho capito subito di essere in un posto dove non avrei trovato brand globali e multinazionali dello shopping. Tra sarti, ceramisti e liutai, e’ in questa affascinante stradina di Bologna che c’è anche RiSalto. E’ un divertente covo di creative che sostengono e portano avanti l’idea di un design personale, etico e sostenibile. La bottega mette insieme abbigliamento, gioielli, accessori e oggetti per la casa, tutto rigorosamente fatto a mano. Ma andiamo per ordine.
La “Vintage Collection” di Maria Grazie Preda
Il suo punto di partenza sono le riviste d’epoca. La sua tecnica il collage. La sua regola l’ironia. Il suo è un originale viaggio ambientato negli anni ’50 le cui protagoniste sono le donne, inimitabili, di quell’epoca. Maria Grazia ne recupera la positività e l’eleganza e fa uso sapiente di figure retoriche, come l’iperbole e il paradosso, per giocare con le parole e con le immagini. Nasce così la sua collezione di cartoline, poster e tee-shirts. Per saperne di più date un’occhiata al sito.
Della serie, niente va perduto
Vivono la loro inattesa seconda vita poltroncine, sgabelli e vecchie sedie grazie al progetto di Anna Grandi. Le cerca, le riveste e le reinterpreta senza tradirne lo spirito originale. I complementi d’arredo di “Pl2a1design” li trovate in vendita anche su Etsy. Parallelamente, dà RiSalto, c’è anche il progetto di design Sara Trentini, in arte “Miss Lamparita”.
Con l’aiuto del suo papà, Sara trasforma oggetti vintage d’uso comune, come ferri da stiro, caffettiere e ventilatori in lampade e abat-jour. Divertitevi a fare un giro sul suo sito! Martina Piazza, invece, parte da materiali di scarto. Con le vecchie pellicole e con il packaging per alimenti ci fa borse, pochette e accessori. Persino i tubetti di dentifricio usati con lei hanno una seconda possibilità. Se ne avete non li buttate, ma conservateli e portateli in bottega (all’ingresso troverete un cestino per la raccolta). Martina ci realizza i suoi “cool case”, altra idea targata “Messie“.
E infine ci sono le creazioni d’arredo di Denise Ciccardi, ex event-manager che ha scelto una seconda vita da artigiana. L’ispirazione gliel’ha dato suo nonno, pittore e ceramista. A lui, Mario Grimaldi, è dedicato il suo progetto che lei ha chiamato “Grim&Marius”. La sua vena creativa, infatti, Denise l’ha scoperta quando ha ritrovato uno scatolone di gocce di ceramica fatte a mano, proprio da lui, negli anni ’70. Che farne? Denise ha deciso di riutilizzarle come dettaglio d’arredo per casa sua. Le ha appiccicate a lampadari e abat-jour e, quando sono finite, allora lei ha imparato a farle. Oggi sono l’anima del suo progetto e sono entrate nelle case di molte persone (lavora soprattutto su commissione). Denise ha poi aggiunto anche una deliziosa collezione artigianale di appendini e appendiabiti. La particolarità è che sono realizzati con vecchie maniglie, pomelli perduti e fanali di bicicletta, che poi monta su supporti rivestiti con sgargianti stoffe di chiara ispirazione vintage. Molto divertente il suo shop on line !
Eco-moda
Con lo stesso spirito del recupero e del saper fare nascono anche due progetti di sartoria sostenibile all’interno di Ri-Salto. C’è Lucia Chiodi che crea la sua collezione “Makomako” esprimendosi attraverso la ricerca dei materiali e la cura dei dettagli. E poi una linea di abbigliamento, profondamente etica, che unisce il talento sartoriale di Carlotta Fiorini e quello pittorico di Serena Balbo. Insieme creano “AniMANIli”. Il risultato del loro incontro è una collezione in tessuti a basso impatto ambientale cucita interamente a mano e decorata con animali dipinti, naturalmente a mano, con colori naturali.
Poetry-Bijoux e monili post-industriali
La poesia inspira invece Petronella Ortmann, originale designer di bijoux che proietta le parole in piccoli gioielli che raccontano storie. Direttamente dai cantieri e dalle vecchie fabbriche arrivano invece materiali ed idee per Michela Boni e Annalisa Castagnoli. Insieme fanno “Ri-creazione” e hanno cominciato partendo dal recupero in San Petronio, dove erano impegnate come restauratrici. Da quella prima volta hanno imparato a recuperare di tutto, gancetti dei reggicalze inclusi. Se come a me anche voi piace l’hand-made, sempre qui sul blog trovate anche buoni indirizzi per un un cappello artigianale o per andare a caccia di upcycling made in Romagna.