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Storytelling: Viaggio Nel Magico Mondo Dell’immaginazione

Storytelling, in altre parole raccontare belle storie, quelle che sanno stupire, incantare ed emozionare

Storie, non stories.

C’erano una volte le storie. Mi riferisco ai miti antichi, alle leggende popolari e alle favole della buonanotte. Racconti pieni di fantasia, dai poteri straordinari, capaci di ispirare, sedurre e incantare. Oggi, invece, ci sono le stories. E la differenza è netta e profonda. Se le storie, magiche, universali ed eterne, sanno creare sogni nel nostro immaginario, le stories, al contrario, sono effimere, vuote e fini a se stesse. Ecco perché non dobbiamo confonderle. Le stories lasciamole al palcoscenico personale dei social media, e parliamo, invece, di storie e di storytelling, ovvero l’arte di creare e raccontare belle storie.

Nel paese dello storytelling

Le favole, da sempre, sono piene di luoghi fantastici. C’è il Paese dei Balocchi e c’è quello delle Meraviglie dove il Bianconiglio conduce Alice, ma il paese dello storytelling esiste davvero e, in una sera di fine estate, ci sono andata. E’ Portico di Romagna: di solito lì ci vado per camminare nelle Foreste Casentinesi e a mangiare la buona cucina dei miei amici Matteo e Massimiliano, chef nell’unico albergo del paese. Ma in questo minuscolo borgo medievale ha anche sede il Centro Italiano di Storytelling ed era lì che stavo andando.

portico di romagna

L’arte di raccontare le storie s’impara

Quella sera c’era in programma un evento sullo storytelling. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma ne ero molto affascinata. La serata è iniziata a tavola con un gruppo assolutamente eterogeneo sia per nazionalità che per età: c’erano delle amiche piemontesi e c’era una coppia in arrivo dalla Toscana, ma c’erano anche persone inglesi, ungheresi e maltesi. Chiacchierando con loro ho scoperto che erano tutti lì a Portico per per il workshop sullo storytelling: in pratica, per una settimana, avevano lavorato su storie che quella sera, due a due, avrebbero raccontato passeggiando per il paese. Ci avevano lavorato con Roi Gal-Or, docente all’International School of Storytelling di Forest Raw (UK), e con Giovanna Conforto, fondatrice insieme ad altri della Stories in Place International Association di Edimburgo e direttrice creativa del Centro Italiano di Storytelling. Lei, a tavola, a un certo punto mi ha detto: “Ognuno di noi ha il potere di raccontare storie ricche di significato, ma spesso questa capacità rimane nascosta e infine persa.” 

storytelling
Due allievi storytellers raccontano storie a Portico di Romagna
giovanna confronto e roi
Giovanna Conforto e Roi, storytellers di fama mondiale

E’ stata una serata magica e speciale. Per un paio d’ore ho ascoltato storie bellissime e accattivanti: sull’origine delle maree e delle montagne, sull’amore e sull’amicizia, sulla buona e sulla cattiva sorte. Eravamo parecchi, persone di ogni età, portichesi e non. Insieme abbiamo seguito un itinerario slow fatto di musica jazz live, d’improvvisazione e di fantasia, riscoprendo l’incanto dello stupore. Il gran finale è toccato a Giovanna e Roi che, insieme, hanno raccontato una storia splendida giocando sul filo dell’improvvisazione, ma niente finale. Ogni spettatore ha avuto il proprio finale, quello che ognuno di noi ha saputo trovare nella sua immaginazione.

Storie itineranti e musica live a Portico di Romagna

Riappropriarsi della bellezza delle piccole cose con lo storytelling

Prima di andare a dormire, ho fatto due chiacchiere con Roi bevendo birra e mangiando piadina. Mi ha raccontato la sua di storia, affascinante e straordinaria. E’ fatta di voli continui intorno al mondo per insegnare l’uso dello storytelling. Mi spiega che è uno strumento di grande efficacia a servizio dell’educazione e della salute, ad esempio, ma anche ottimo collante per creare community e per la crescita personale. Quando Roi non viaggia, invece, fa base nell’East Sussex e insegna alla School of Storytelling, a mezz’ora da Londra. Lavora con le persone sviluppandone l’immaginazione come strumento per vincere una delle più grandi sfide del 21simo secolo: riappropriarsi delle piccole cose, riconquistare la bellezza dell’autenticità e della spontaneità.

portico di romagna: il paese dello storytelling
Il racconto di una storyteller a Portico di Romagna

Viaggiare sulla rotta delle favole

Ancora Roi mi ha spiegato che, a livello mondiale, lo storytelling è un fenomeno in grande crescita, soprattutto tra le nuove generazioni . Ad esempio, mi ha parlato del Mezrab. E’ un locale di Amsterdam che dedica una sera alla settimana allo storytelling. In pratica si entra a offerta libera per ascoltare racconti e trovare posto non è mail facile. Concedetemi un’altra piccola travel tip, questa ve la do io: in Germania c’è uno splendido “sentiero delle fiabe”. Sono oltre 600 km, va da  Brema a Bremenhavenun ed è un itinerario magico che percorre luoghi che hanno ispirato le fiabe dei fratelli Grimm. Si passa per il bosco di Cappuccetto Rosso e per quello della Bella Addormentata, ci sono la torre di Raperonzolo e la casa di Biancaneve. Io ne ho fatto circa la metà: è passato parecchio tempo, ma ancora ne conservo tutta la sua bellezza nei miei ricordi di viaggio. Ora, dopo aver conosciuto Roi e Giovanna, mi piacerebbe fare l’altra metà: sarebbe bello in quei luoghi magici immaginarsi, oggi, nuove storie.

L’amore, una gran bella storia

Tornando alla “mia” Romagna, mi sono già iscritta “Love’s Garment”, il prossimo corso in programma a Portico di Romagna, romantico luogo dove Dante incontrò Beatrice. Lavoreremo per tre giorni ((17-19 novembre) proprio sull’amore, per comprendere attraverso le storie della tradizione il suo ruolo oggi e per rintracciare la via del cuore. Me lo immagino come un fine settimana molto ricco per la mia anima, guidata dalla sapienza e l’esperienza di storytellers internazionali che arriveranno da lontano per lavorare insieme sulla rotta dell’esplorazione dell’amore. Tra loro ci sarà anche una mia collega: si chiama Pelin Gurtut ed è redattrice per importanti testate giornalistiche a partire da Time Magazine. Non vedo l’ora di comprendere come e perché un’affermata giornalista un bel giorno decide di formarsi alla l’International School of Storytelling. Magari sarà per me proprio questo l’ultimo tassello per decidere definitivamente di programmare presto un viaggio nell’East Sussex  e cominciare a fare sul serio con lo storytelling.

 

 

 

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