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Zona Tortona, La Milano Della Moda E Del Design

Da sobborgo operaio a quartiere post-industriale che fa tendenza: ecco come Tortona ha cambiato pelle e cosa vedere.

Zona Tortona è quella parte di Mllano che, se anche viaggio parecchio, mi regala quel piacevole brivido international che mi piace da sempre.Famosa come una delle cornici urbana del Fuori Salone  durante il Salone Internazionale del Mobile, la sua bellezza è da scoprire in ogni momento dell’anno, in realtà, e la sua grande caratteristica è il recupero.

Come arrivare in zona Tortona

Se non sai come arrivare in Tortona puoi camminare una quindicina di minuti dal Naviglio grande, passando per Via Casale. Io ho fatto proprio così, l’ultima volta. Anche se era febbraio, il cielo era blu e l’aria gradevole quel giorno. Ai Navigli ci sono stata giusto il tempo di scattare un paio di foto (e una l’ho pubblicata qui come copertina), perché evitare i tantissimi turisti qui è praticamente un’impresa! In alternativa si può prendere la metro fino a Porta Genova, poi da lì sono 5 minuti a piedi.

Dove respirare l’allure della vecchia Milano

Appena imboccata Via Tortona mi sono fermata a bere un caffè nel bistrot di una trattoria storica, di quelle centenarie che ti raccontano in un attimo com’erano, Milano e via Tortona stessa, fino a non troppo tempo fa. Ad attirarmi è stata la vecchia insegna dell’Osteria dei Binari (al civico 3), un posto dove capisci già da fuori che la tradizione la fa da padrona. All’interno sembra d’essere nel set di un film, con quel suo perduto elegante stile italiano d’inizio secolo scorso. Aspettando il mio caffè, ho curiosato il menù, a tutti gli effetti una celebrazione della cucina regionale lombarda. In carta ho ritrovato vecchi sapori che mangiavo, felice, da bambina come il risotto al salto, sì, proprio quello che cucinava mia nonna, milanese doc, con il risotto avanzato del giorno prima per non buttare via niente e la costoletta (perché quella autentica è con l’osso e si chiama così!).

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L’interno dell’Osteria dei Binari

Contemporanea, creativa e sostenibile

A rendere Tortona unica è quella sua aria post-industriale che sa di cultura, e delle migliori. Questo non è il quartiere dove far shopping, ma è la culla della creatività. La si respira ovunque. Più che vetrine, camminando, qui s’incontrano atelier di fotografia, design e moda, centri di ricerca e laboratori artistici nati al posto di qualcos’altro, che ora raccontano nuove storie. Ecco un breve percorso a cinque tappe tra gli esempi (a mio pareri migliori) di questo mood post-industriale tutto italiano.

1. Scoprire l’ex Ansaldo, dove c’erano una volta le locomotive

Proseguendo per via Tortona, tra piccoli negozietti e vecchie botteghe, all’improvviso mi ritrovo davanti  l’ex Ansaldo, un tempo stabilimento elettromeccanico tra i grandi simbolo dell’industria milanese che fu. Dall’ingresso principale, ora, si accede invece a un posto che è la sintesi del presente, di come questa zona ha cambiato pelle. Sono entrata  a curiosare e mi sono ritrovata da BASE, un posto straordinario, e guardandomi intorno ho cercato di capire dove fossi capitata. E pian piano ho capito cos’è BASE, un mix incredibile di stilli, culture e destinazioni d’uso. In questi 3500 metri quadri dedicati alla creatività e all’innovazione, c’è un’area exhibition dove organizzano laboratori, esposizioni, spettacoli e workshop, c’è un bar con bistrò (e wifi) e un ostello design (Casa BASE) per fermarsi a dormire.

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BASE, industrial bar e spazio creativo nell’ex Ansaldo

A CasaBASE si dorme sia  in grandi stanze condivise che in camera privata e si sta a contatto con gli artisti e i creativi di tutto il mondo che vengono qui a progettare all’interno di questa incredibile project house (prezzi 35 a 125 euro a seconda della sistemazione). Nella speranza di venire in qualche modo contaminata da tanta genialità mi sono fermata al bar a bere una birra. ma volendo ci puoi anche pranzare: il menù parla di ingredienti bio, stagionali e a km zero e di vini naturali fermentati spontaneamente.

Street photography in zona Tortona

2. Visitare il Mudec, davanti al Superstudio (uno dei simboli di Tortona)

Girato l’angolo dell’ex Ansaldo, proseguendo su Via Tortona, ecco il Mudec. Io qui ci sono stata parecchie volte a vedere diverse mostre, da Frida Kalho a Bansky. Ci sono poi le collezioni permanenti (sette sezioni dedicate alle collezioni etnografiche del Comune di Milano), un design shop e un bistrot gourmet.

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Il Mudec – esterno –

3. Entrare nel Silos di Giorgio Armani

Se ami la moda, quella che ci ha reso grandi nel mondo, aggiungi una tappa al Silos Armani (Via Bergognone), altro splendido esempio di recupero industriale. Sì perchè dove un tempo ci tenevano le granaglie, ora Giorgio Armani ci ha messo l’archivio storico del suo brand, perchè, come dice lui stesso sul sito “le granaglie indispensabili quanto i vestiti.  E attraverso i quattro piani ho fatto un meraviglioso viaggio nell’estetica degli ultimi 40 anni (al terzo piano si può anche consultare l’intero l’archivio in formato digitale), un percorso che, a tutti gli effetti, mi ha regalato una botta di orgoglio. Sì, una volta tanto, sono uscita di lì soddisfatta d’essere italiana! Che siate dei fashion addicted, degli style-lovers o semplicemente un pò glam, il Silos Armani è “the place where to go”  in Tortona.

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L’ingresso dell’Armani Silos

4. Mangiare nel loft post industriale 

Uscita di lì era giusto l’ora di uno spuntino, visto che per la cena avrei dovuto attendere la tarda serata (avevo la prenotazione del ristorante alle 21.30) e così mi sono infilata da God Save The Food, attirata dal nome ironico. Trovare un posticino, anche solo uno nonostante la grandezza del locale, non è stato così facile. Questo locale è un pò come zona Tortona, smart e internazionale. Io ci ho preso solo un estratto di frutta fresca, ma è l’indirizzo perfetto dove mangiare a Tortona, dalla mattina a tarda sera. il menù si ispira a tutta l’Europa e agli States, tra Club Sandwich, humus (anche vegan di barabietola), burgers e fajitas, uova in mille modi ma, soprattutto le ricette preparate nella wok che io adoro! Cascasse il mondo, la prossima volta a Milano troverò il tempo per tornarci ed assaggiarle. In fatto di food, siete dei nazionalisti? Non preoccupatevi, ci sono anche pasta e insalate.

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Lo spazio lounge del LABSoul che si affaccia sul giardino del Magna Pare Suites Hotel

5. Prendere un aperitivo olfattivo 

Prima di concludere questo itinerario, voglio darti l’ultima tip. Si chiama LABSoul il laboratorio olfattivo con 39 fragranze numerate, per il corpo e per l’ambiente, e io aggiungerei per l’anima. Magna Pare Suite Parfum Hotel. Qui ti perdi  tra i profumi: ci sono quelli legnosi, i fruttati e i floreali e ognuno caratterizza anche le altrettante camere dell’albergo, il Magna Pare Suite Parfum Hotel, proprio lì accanto. Vero, qui  il mood non è post-industriale, anzi piuttosto sa di Francia bohémienne, ma è una vera chicca. Organizzano anche eventi olfattivi, trovate tutto sul sito ufficiale naturalmente.

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Il laboratorio olfattivo

 

 

Questo articolo ha 3 commenti
  1. Vi lascio quindi un vademecum orientativo su cosa vedere in questo fine settimana al Fuorisalone e un piccolo elenco sulle esposizioni che ci sono piaciute di piu. Consiglio di scegliere prima di tutto una zona della citta, una per ogni mezza giornata di visita, e concedersi ovviamente il lusso di assaporare con calma gli eventi piu belli.

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