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Viaggio Nel Magico Paese Dello Storytelling, Portico Di Romagna

Storytelling: c’è un posto dove puoi trovare la tua voce, esprimere la tua creatività ed imparare a raccontare, bene, belle storie.

Storie, non stories.

C’erano una volte le storie. Mi riferisco ai miti antichi, alle leggende popolari e alle favole della buonanotte. Racconti pieni di fantasia, dai poteri straordinari, capaci di ispirare, sedurre e incantare. Oggi, invece, ci sono le stories di Instagram. E la differenza è netta e profonda. Se le storie, magiche, universali ed eterne, sanno creare sogni nel nostro immaginario, le stories, al contrario, sono effimere, vuote e fini a se stesse. Ecco perché non dobbiamo confonderle. Le stories lasciamole al palcoscenico personale dei social media, e parliamo, invece, di storie e di storytelling, ovvero l’arte di creare e raccontare, bene, belle storie. Perché? Beh, ad esempio anche i social media sono fatti di miliardi di brevi racconti quotidiani, i blog sono contenitori di racconti, i podcast, i video su YouTube.

A Portico di  Romagna, nel paese dello storytelling

Le favole, da sempre, sono piene di luoghi fantastici. C’è il Paese dei Balocchi dove Pinocchio si perde e c’è quello delle Meraviglie dove il Bianconiglio conduce Alice, ma il paese dello storytelling quello invece esiste davvero e, in una sera di fine estate, ci sono andata. E’ Portico di Romagna: io lo conoscevo per le camminate nelle Foreste Casentinesi e per la buona cucina del mio amico Matteo, chef nell’unico albergo e miglior ristorante del paese. Un giorno però ho scoperto che in questo minuscolo meraviglioso borgo medievale c’è anche la sede del Centro Italiano di Storytelling, un’associazione non profit nato da un gruppo di amici e imprenditori .Quel tardo pomeriggio di  settembre, era proprio lì che stavo andando.

portico di romagna

A Portico di Romagna l’arte delle belle storie s’impara

Quella sera, infatti, a Portico di  Romagna c’era in programma un evento sullo storytelling. Il centro spesso promuove ed organizza attività, corsi  e  laboratori. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma, visto che le parole sono il mio pane e il mio amore, la cosa mi affascinava parecchio. La serata è iniziata attorno ad una  grande tavolata, un gruppo assolutamente eterogeneo, sia per nazionalità che per età: c’erano delle amiche piemontesi e c’era una coppia in arrivo dalla Toscana, ma c’erano anche persone inglesi, ungheresi e maltesi. Chiacchierando con loro ho scoperto che anche loro erano tutti lì a Portico proprio per il workshop sullo storytelling! Mi hanno raccontato che, per una settimana, avevano lavorato in coppia su una storia inventata da loro stessi e che quella sera era arrivato il momento  di  raccontarla.

storytelling
Due allievi storytellers raccontano storie a Portico di Romagna

Insieme a loro, avevano lavorato Roi Gal-Or, docente all’International School of Storytelling di Forest Raw (UK), e Giovanna Conforto, fondatrice insieme ad altri della Stories in Place International Association di Edimburgo e direttrice creativa del Centro Italiano di Storytelling. Fu  proprio lei che quella sera, a tavola, mi disse: “Ognuno di noi ha il potere di raccontare storie ricche di significato, ma spesso questa capacità rimane prima nascosta e, infine, persa”. E’ stata una serata davvero magica e speciale a Portico di Romagna, piena di grande creatività: storie sull’origine delle maree e delle montagne, sull’amore e sull’amicizia, sulla buona e sulla cattiva sorte. Eravamo in  parecchi ad ascoltarle, persone di ogni età, portichesi e non. Insieme, abbiamo seguito lungo il paese un itinerario slow fatto di parole e musica jazz live, d’improvvisazione e di fantasia, riscoprendo l’incanto dello stupore e il silenzio dell’ascolto.

Storie itineranti e musica live a Portico di Romagna

Riappropriarsi della bellezza delle piccole cose con lo storytelling

Prima di andare a dormire, ho fatto due chiacchiere con Roi, bevendo birra e mangiando piadina. Mi ha raccontato la sua di storia, affascinante e straordinaria. E’ fatta di voli continui intorno al mondo per insegnare l’uso dello storytelling. Mi spiega che è uno strumento di grande efficacia a servizio dell’educazione e della salute, ad esempio, ma anche ottimo collante per creare community e per la crescita personale. Quando Roi non viaggia, invece, fa base nell’East Sussex e insegna alla School of Storytelling, a mezz’ora da Londra. Lavora con le persone sviluppandone l’immaginazione come strumento per vincere una delle più grandi sfide del 21simo secolo: riappropriarsi delle piccole cose, riconquistare la bellezza dell’autenticità e della spontaneità.

portico di romagna: il paese dello storytelling
Il racconto di una storyteller a Portico di Romagna

Viaggiare sulla rotta delle favole

Sempre Roi quella sera mi ha spiegato che, a livello mondiale, lo storytelling è un fenomeno in grande crescita, soprattutto tra le nuove generazioni . Ad esempio, mi ha parlato del Mezrab. E’ un locale di Amsterdam che dedica una sera alla settimana allo storytelling. In pratica si entra a offerta libera per ascoltare racconti e trovare posto non è mail facile. Concedetemi un’altra piccola travel tip, questa ve la do io: in Germania c’è uno splendido “sentiero delle fiabe”. Sono oltre 600 km, va da  Brema a Bremenhavenun ed è un itinerario magico che percorre luoghi che hanno ispirato le fiabe dei fratelli Grimm. Si passa per il bosco di Cappuccetto Rosso e per quello della Bella Addormentata, ci sono la torre di Raperonzolo e la casa di Biancaneve. Io ne ho fatto circa la metà: è passato parecchio tempo, ma ancora ne conservo tutta la sua bellezza nei miei ricordi di viaggio.

L’amore, una gran bella storia

Tornando alla “mia” Romagna, mi sono già iscritta “Love’s Garment”, il prossimo corso in programma a Portico di Romagna, romantico luogo dove Dante incontrò Beatrice. Lavoreremo per tre giorni ((17-19 novembre) proprio sull’amore, per comprendere attraverso le storie della tradizione il suo ruolo oggi e per rintracciare la via del cuore. Me lo immagino come un fine settimana molto ricco per la mia anima, guidata dalla sapienza e l’esperienza di storytellers internazionali che arriveranno da lontano per lavorare insieme sulla rotta dell’esplorazione dell’amore. Tra loro ci sarà anche una mia collega: si chiama Pelin Gurtut ed è redattrice per importanti testate giornalistiche a partire da Time Magazine. Non vedo l’ora di comprendere come e perché un’affermata giornalista un bel giorno decide di formarsi alla l’International School of Storytelling. Magari sarà per me proprio questo l’ultimo tassello per decidere definitivamente di programmare presto un viaggio nell’East Sussex  e cominciare a fare sul serio anch’io  con lo storytelling.

 

 

 

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