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Fotografare Viaggiando: Consigli E Segreti Per Un Super Reportage

Fotografia di viaggio: ne ho parlato con Michela Balboni, vera travel addict e grande giovane fotografa a cui ispirarsi. Tra le testate che hanno pubblicato i suoi reportage il National Geographic e Vogue.

Michela Balboni: ritratto

 Michela Balboni l’ho conosciuta a Bologna, un giorno freddo e piovoso. A metterci in contatto è stata Taldeg, una start up turistica very cool (se siete curiosi sempre di saperne di più cliccate sul link), perchè lei è una delle artiste coinvolte nel progetto. Si è presentata con grande semplicità, Mac nello zaino e poco più e il feeling è scattato in un attimo. Durante il nostro caffè mi ha raccontato della sua grande passione, la fotografia di viaggio. Per farmi capire meglio quale sia la sua prospettiva, mi ha mostrato un pò di immagini scattate in giro per il mondo ed è stato proprio in quel momento, che ho deciso di improvvisare un fuori programma: approfondire con lei il tema.

Travel & Photography: what else?

Per una come me che ama più di ogni altra cosa viaggiare, che gira con la reflex sempre nello zaino e che tra le sue passioni mette questo blog, Michela era senz’altro una grande occasione. Ho subito immaginato di poter imparare e condividere  tanto da quella chiacchierata nata senza aspettative. Ed è andata esattamente così. La fotografia di viaggio è una passione che Michela ha scoperto già  quando era bambina. Ha iniziato con una usa e getta in vacanza con i suoi genitori, poi la prima reflex e, finalmente, quel minimo di indipendenza econonomica per cominciare a viaggiare e a fotografare sul serio, senza poi riuscire più a fermarsi.

Michela ha iniziato a viaggiare dopo un decennio di lavoro da dipendente. Il suo obiettivo, a quel punto, era girare il mondo e migliorare la sua tecnica fotografica “Ho avuto la fortuna di viaggiare con grandi professionisti che mi hanno insegnato tanto sulla fotografia di viaggio” Tra le sue tante mete Bali, Giappone, Thailandia, Kashmir, Ladakh, Rajastan e Gujarat (una regione indiana inspiegabilmente dimenticata dal turismo, al confine con il Pakistan, aggiunge lei).

 

fotografia
Kashmir, maggio 2016: ritratto

La meta ideale per fare fotografia ? Non esiste

“Non esiste un posto bello e uno brutto in senso assoluto, ogni luogo è come una scatola dentro cui si possono trovare cose diverse. Non esistono solo le belle spiagge e i panorami mozzafiato. Può diventare meraviglioso anche un treno notturno, una famiglia che ti ospita e ti mostra la propria casa, una scuola, un quartiere fuori dalle rotte turistiche. Per i miei viaggi l’ispirazione è sempre libera, comanda l’intuizione. Ogni meta può trasformarsi in quella ideale e nella migliore per portare a casa una bella fotografia di viaggio . Ci ho messo un pò a metabolizzare questo concetto, e ci sto ancora lavorando, ma così è. Vengo giusto da un workshop sul ritratto con un grandissimo maestro della fotografia contemporanea, e  lo scatto migliore che ho portato a casa, e che non ha nulla da invidiare ai miei reportage di viaggio, l’ho fatto in un garage!”

fotografia di viaggio
Oporto, Portogallo, 2017: Due donne passeggiano per la città, un taglio di luce inatteso ne rivela i bellissimi visi

La giusta luce e (tanta) pazienza sono le keywords

Gli ingredienti per tirare fuori una buona fotografia di viaggio, a prescindere dal luogo, sono pochi e semplici “Quando viaggio cerco una cosa fondamentale, che cambia qualsiasi scena e la rende unica: la luce. Io amo le foto contrastate, i soggetti che emergono dall’oscurità o che vengono colpiti improvvisamente da una fonte luminosa. Luce del sole, di una candela, di una finestra socchiusa, ad esempio. Mentre sono in viaggio cerco di stare attenta per non farmi scappare le occasioni uniche che la luce regala. E, una volta trovata, si tratta solo di aspettare: prima o poi il soggetto giusto arriva”.

fotografia di viaggio
Gujarat (India) giugno 2015: ritratto di un lavoratore all’interno di una fabbrica di lavorazione del metallo

Poi ci sono, ovviamente, le occasioni perse, gli scatti mancati in altre parole, ma Michela non rimpiange nulla “Gli attimi che non ho potuto cogliere con l’obiettivo sono stati comunque archiviati nella mia memoria, anzi a volte non è sbagliato posare la macchina fotografica e ricordarci di guardare con i nostri occhi. Forse i momenti più emozionanti sono stati proprio quelli che non ho fotografato, quelli che ho vissuto semplicemente per me stessa”.

fotografia di viaggio
Monastero Buddhista, Ladakh indiano: ritratto

Un paio di consigli e quattro regole per una super fotografia di viaggio

Ma è ora di venire al dunque, perchè un’occasione così non potevo farmela scappare! Non so voi, ma io ancora non avevo mai preso un caffè con una fotografa i cui scatti sono finiti sul National Geographic. Quindi le chiedo di più: le regole per portare a casa fotografie di viaggio memorabili.

  • Armonia è la parola d’ordine

La fotografia deve essere innanzitutto sempre consapevole “In uno scatto cerco sempre l’armonia, che non è la bellezza. Per armonia intendo il modo in cui il soggetto si posiziona all’interno della composizione, come in una sorta di coreografia. E mi riferisco anche all’armonia dei colori, che possono essere in tono oppure in opposizione tra loro, così come all’armonia delle forme e delle geometrie”.

  • Il potere universale delle emozioni

Una volta costruito il progetto, è importante che un’immagine evochi anche un’emozione “Che sia stupore, semplice curiosità, tristezza, empatia, vergogna, poco importa” mi spiega Michela. Del resto la fotografia è da sempre una forma di linguaggio e un mezzo di comunicazione.

fotografia di viaggio
Estate 2017, Tokio

3 regole base per realizzare un buon racconto fotografico di viaggio secondo Michela

Prima regola: il rispetto

“In un paese che non conosciamo, immergersi in una cultura totalmente diversa dalla nostra può disorientare e creare difficoltà nell’approccio fotografico. Io stessa ho dovuto combattere, e combatto tutt’ora, con il timore di essere invadente, di disturbare, di poter essere poco rispettosa. Per fare fotografia di viaggio il mio consiglio, tuttavia, è quello di tentare. Sarà il nostro atteggiamento a fare la differenza, il modo in cui ci poniamo nei confronti dell’altro”.

Seconda regola:  un sorriso

“Prima di scattare è sempre importante entrare in un’interazione con le persone. Non servono grandi discorsi, anche perché spesso non sarebbero possibili: basta essere aperti e desiderosi di conoscere chi abbiamo davanti. Dopo aver scattato, se possibile facciamo vedere il risultato alla persona fotografata, chissà che da una foto non nasca un’invito a bere un the chai in compagnia!”.

fotografa e bimba
Michela Balboni durante uno dei suoi tanti viaggi

Terza regola: niente fretta

“La foto perfetta non è mai servita su un piatto d’argento, forse deve ancora formarsi sotto ai nostri occhi e dobbiamo darle il tempo di arrivare. Impariamo a capire il luogo in cui siamo, cerchiamo di entrare il più possibile in contatto con le abitudini dei locali, chiediamo informazioni ai passanti e ai piccoli commercianti, usiamo i mezzi pubblici. Così facendo, vedremo con occhi diversi e anche le nostre fotografie ne trarranno un grande beneficio”.

Cosa mi è rimasto dopo questa chiacchierata ? Parecchio, e spero sia cosi anche per voi, ma la sensazione più forte è una, precisa e definita: partire appena possibile e scattare fotografie a più non posso, pur sapendo che le mie non saranno mai come le sue.

Se siete amanti della fotografia date un’occhiata anche ai consigli della food phographer Valentina Solfrini: le vostre bacheche Instagram vi ringrazieranno 🙂 Se ti sono piaciute le foto di Michela, non perderti il suo travel reportage in India

 

 

 

 

Questo articolo ha 4 commenti
  1. Solo ultimamente sto iniziando a considerare seriamente la fotografia, grazie per le dritte!
    Ho sorriso sul concetto di avere tanta pazienda e di aspettare: e´ vero, per la giusta foto ci vuole tempo … la luce giusta, l´ispirazione, un particolare che non si nota subito!

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